Insieme “È possibile”

di Clara Pomoni con i gruppi FUCI di Urbino e Milano

Il 21 Marzo, a Milano, per la XXVIII Giornata Nazionale della memoria e dell’impegno.

«La mafia vince laddove i fiori decidono di non sbocciare e per sbocciare ci vuole coraggio!»,
FUCI Urbino

“È possibile”: non è una domanda, è una certezza, e qualche giorno fa il gruppo, partito da Urbino, lo ha
potuto affermare con una cospicua presenza a Milano.
«Abbiamo camminato e continueremo a camminare insieme», hanno detto i fucini provenienti da Milano e
Urbino, e, come detto da Emanuela, figlia di Pietro Carpita – ucciso dalla mafia nel 1990 a Bresso (MI) – :
«Crediamo sia possibile una giustizia vera, profonda, completa, e che sarà nostro sempre l’obiettivo di
trasformare il dolore in uno strumento concreto, non violento, di impegno e pace».

Come ogni anno, il 21 marzo, primo giorno di primavera, l’associazione “Libera. Associazioni, nomi e numeri
contro le mafie” celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle
mafie, il 21 Marzo e tra le numerose realtà associative, anche la FUCI (Federazione Universitaria Cattolica
Italiana) ha partecipato per opporsi alla mafia.
«Opporsi alle mafie è un compito politico, sociale, culturale ed etico che riguarda l’intera società civile, ed è
l’impegno per cui abbiamo scelto di lottare insieme a tante altre associazioni. Non sono tante le
manifestazioni che vedono marciare fianco a fianco forze dell’ordine, sindacati, scuole e associazioni:
l’antimafia si dimostra un terreno di impegno e dialogo condiviso che può continuare a generare frutti e
rafforzare la nostra democrazia»,
hanno detto gli esponenti del gruppo FUCI Milano.

La manifestazione che quest’anno, come già da molti anni, ha radunato decine di migliaia di giovani e adulti
provenienti da tutta Italia, è stata svolta a Milano, con la consapevolezza che da tempo non è più possibile
pensare che il fenomeno mafioso sia radicato solo nel Sud Italia, ma che esso prolifera proprio lì dove ci
sono ampi movimenti di denaro e margini di corruzione. Questo è anche quello che don Luigi Ciotti non ha
mancato di sottolineare durante l’intervento conclusivo della manifestazione: «Le mafie sono diventate
moderne imprese, ricorrono meno alla violenza diretta perché possono contare su quella del capitale
economico; quello sporco, che si alimenta di quell’eterno patto di reciproco vantaggio tra il crimine e l’élite
di potere […]. Questi grovigli di interesse dove il bene pubblico è decretato a merce di scambio in vista di
benefici privati».
Bisognerebbe quindi andare alla radice del male e non fermarsi solo agli effetti, perché, come dice don
Ciotti:
«La radice è culturale, sociale ed etica, […] e le mafie vincono dove l’umanità naufraga, dove la coscienza si
inabissa, dove il sentimento di comunità annega. Lì le mafie vincono».

Riconoscere, quindi, che le migrazioni e le tragedie purtroppo sono tristemente connesse e indegne di un
mondo civile, sono forzate da un sistema economico e geopolitico che pur pretendendo di ergersi a
paladino dei diritti, priva innumerevoli persone della dignità e del diritto alla libertà e alla vita. Ancora:
[…] La scuola “autentica” è sempre sovversiva, perché dev’essere un’officina di pensiero critico, una spina
nel fianco dei conformismi, avversaria della delega, dell’indifferenza, della rassegnazione», dice don Ciotti.
Questo è appunto lo spirito espresso dagli studenti della FUCI li presenti dove l’impegno è stato quello
di vivere l’Università contagiando i coetanei, per la costruzione di una società più giusta.
Leggere in piazza insieme a 70 mila persone i nomi delle vittime innocenti della mafia è oggi fondamentale
per mantenere la memoria e l’impegno che ognuno di noi dedica al contrasto della mentalità mafiosa e alla
diffusione di una cultura della legalità. «Come gruppi FUCI di Milano e di Urbino ci siamo sentiti coinvolti in
prima linea e, grazie ad una vasta rete di associazioni giovanili e ai presidi universitari di “Libera”, abbiamo
realizzato il nostro È possibile… insieme», come definito da Isabella Daino, presidente del gruppo FUCI di
Milano Città Studi in rappresentanza di tutti i fucini milanesi.

A testimonianza dell’importanza nazionale dell’evento erano presenti, oltre che ad un cospicuo numero di
fucini urbinati, anche varie realtà associative quali RinasciMente, Agorà Urbino e YoUrbino, che, grazie ad
un’importante collaborazione con l’Università di Urbino “Carlo Bo” – portata avanti dai presidenti del
gruppo FUCI di Urbino – non si sono fatti fermare dalla distanza geografica e ha scelto di viaggiare insieme e
di dimostrare l’impegno condiviso per la costruzione di una società più giusta e più libera.

“Li avete uccisi, ma non vi siete accorti che erano semi”, motto ideato dal fondatore e direttore di
WikiMafia, Pierpaolo Farina. «È questo lo slogan che abbiamo deciso di mostrare tra le vie di Milano, perché
ricordare è la nostra arma più forte per combattere la mafia», raccontano Michela Perrucci e Andrea Firma,
presidenti del gruppo FUCI di Urbino in rappresentanza di tutti gli studenti universitari partiti dalla città
rinascimentale.
Sempre Pierpaolo Farina disse: “La mafia vince laddove i fiori decidono di non sbocciare. Per sbocciare, ci
vuole coraggio. […]”, e continuano i presidenti del gruppo FUCI di Urbino: «… il desiderio, quindi, è quello
di divenire cittadini custodi gelosi di pace, distanti dall’indifferenza e da quella che don Ciotti ci ha ricordato
essere la malattia peggiore: la DELEGA».