di Francesca Adorno

In questo breve articolo si tenterà di portare alla luce una Storia di grazia e resistenza. Etty Hillesum è una ragazza olandese nata a Middelburg il 15 gennaio 1914 in una famiglia ebrea non praticante. All’età di ventisette anni è una donna quasi adulta. È appassionata di
Rilke e Dostoevskij. La sua vita sentimentale è movimentata, Etty è una donna del suo tempo e, come tale, vive le relazioni amorose con la libertà degli ambienti intellettuali e artistici europei dei primi decenni del Novecento; ritiene la libera espressione dell’amore strumento di ribellione ed emancipazione femminile. Sulla scia di queste convinzioni si inserisce il rapporto con Julius Spier, psicoanalista e psicochirologo, da cui Etty inizia a recarsi per via del malessere e disordine interiore che sente. Egli le consiglia di iniziare a
scrivere un diario: grazie a quest’opera di scrittura noi oggi possiamo conoscere la storia di Etty e la sua evoluzione interiore, avvenuta nel giro di tre anni, dal 1940 al 1943. Etty Hillesum nel 1943 per un periodo risiederà nel campo di concentramento di Westerbork in
Olanda e successivamente insieme alla sua famiglia verrà deportata ad Auschwitz in cui morirà probabilmente il 30 novembre 1943 (la data di morte non è certa). Quando si parla di Etty Hillesum si allude ad una delle donne del Novecento che più hanno segnato la storia della mistica occidentale. La sua vita è significativa poiché nel giro di tre anni Etty riesce a compiere un’evoluzione interiore e spirituale che per alcuni dura una vita intera: passa dal vivere una vita disordinata e caotica ad esperire quell’Amore inteso come principio ingenerato, archè, che muove l’intero universo. Etty, mediante l’attraversamento di tre stadi amorosi giunge infine a fare esperienza dell’amore oblativo che dona tutto se stesso in cambio di nulla e riesce ad esperire l’amore di cui parla S. Paolo: pura carità, dono di sé agli altri senza un contraccambio; è un amare in virtù dell’amore di Dio che la colma infinitamente fornendole la forza necessaria a cui può attingere stando in ascolto della sua interiorità. In principio Etty ricerca pienezza di vita nell’amore sensuale a tu per tu, possessivo: vive la sua sessualità liberamente, ma inizia a registrare un senso di inappagamento. In questa fase giunge in aiuto Spier che le mostra, mediante il linguaggio
dell’amore, l’esistenza di una "norma leggerissima", come la chiama Rilke nel Libro d’ore, che non è altro che la radice dell’Essere, Dio. Etty inizia a porsi in ascolto della parola: legge Rilke, la Bibbia (Antico e Nuovo testamento) e altri testi che la aiutino a dare forma al suo modo di pregare. La preghiera, nella vita di Etty, nasce in modo molto spontaneo: si inginocchia quasi spinta da una forza che sgorga dal di dentro di se stessa e che non sa spiegare. Questa scoperta la conduce a volgere il suo amore non in maniera dualistica, ma
a scoprire che i destinatari possono essere gli altri in generale: inizia a porsi in ascolto delle persone che la circondano e a prendersi cura delle loro ferite mediante la parola. La Hillesum ha una vita molto intensa socialmente e concentra le sue giornate intorno agli altri,
amici e familiari, che hanno bisogno di essere amati e accuditi soprattutto sotto la minaccia del nazismo. In un passo del diario avviene in Etty una significativa presa di coscienza: se vuole attingere alla fonte dell’Essere, all’Amore, deve ‘spostare l’accento dal piano fisico a quello spirituale’.
La tappa finale a cui la giovane giunge è l’amore per Dio, non inteso in senso sponsale come potrebbe essere per una consacrata, ma in senso di unione mistica: Dio risiede in ogni essere umano e il compito di Etty è quello di disseppellirlo dai cuori degli uomini e riportarlo
alla luce. Etty registra la presenza di un principio di bontà che sorregge il mondo. È l’idea di Dio a rendere possibile l’esistenza stessa di Dio e se gli uomini si rendessero conto del suo amore indistinto per ciascuno di loro non opererebbero il male. Etty giunge a sostenere che

il male deriva interamente dagli uomini che covano odio in se stessi mentre dovrebbero estirpare quel marciume interiore. Se Dio ama indistintamente non c’è motivo di odiarsi reciprocamente. Questa evoluzione avviene per grazia della scrittura. Etty l’8 marzo 1941
inizia a scrivere un diario che le permette di compiersi nell’essenza e divenire chi lei è pienamente. La giovane si affranca lentamente da tutto ciò che concerne la sfera del possesso per giungere ad una pienezza di vita priva di qualunque pretesa di dire ‘io’, ma finalizzata esclusivamente alla crescita interiore del proprio Essere. La domanda a cui cerca di rispondere è: Chi sono? La risposta riesce a darsela facendo il vuoto in se stessa e ponendosi in ascolto di Dio che sente operare dentro di lei. Se si apre senza un riferimento il suo Diario non esiste nemmeno una giornata in cui Etty non riesca a dire quanto la vita è bella e piena di significato, e quanto l’uomo debba ringraziare quotidianamente Dio, principio di tutte le cose, per poter prendere parte al suo accadere nel mondo. Etty si affranca dall’idea che Dio sia un essere onnipotente e superiore in grado di decidere delle vite degli uomini, questo Dio è morto (come osava dire qualcuno). Il Dio di cui lei parla risiede nell’intimo di ogni uomo. S. Agostino scrive infatti: ‘Dio è più intimo a me di me stesso’. Il misticismo a cui si fa riferimento quando si prende in analisi l’esperienza di Etty Hillesum, dunque, non è inscrivibile in alcuna corrente ideologica. Etty
arriva a realizzare un contatto senza alcuna mediazione con le radici dell’Essere, realizzando un’esperienza che si può definire di ‘mistica naturale’. La sua ricerca si concretizza nell’‘ascoltare dentro’ e la sua velocità nel procedere è ciò che continua ad affascinare i numerosi intellettuali filosofi, teologi, consacrati, credenti e non credenti che si affacciano alla sua storia. L’ultima frase scritta nel suo diario è questa: «Si vorrebbe essere balsamo per molte ferite» (12 ottobre 1942) Questo è il culmine del suo lascito a fronte del quale non si può che tacere. Per terminare si mediti su questi tre versi leopardiani dalla Ginestra che sembrano custodire un mistero all’interno del quale inscrivere anche la vita di Etty:

dove tu siedi, o fior gentile, e quasi
i danni altrui commiserando, al cielo
di dolcissimo odor mandi un profumo
Etty a Westerbork diventa balsamo, profumo di ginestra, carezza, abbraccio, speranza,
parola per tutti coloro che la incontrano e questo avviene esclusivamente per amore della
vita, per amore dell’Amore.

I diari di Sophie Scholl e di Etty Hillesum, i testi di Simone Weil e di altre sorelle d’Europa sono una base di partenza per rielaborare le fragilità del nostro tempo, per riavvicinare il sogno europeo alla nostra concretezza quotidiana. Attraverso la formula del fumetto
collettivo, il progetto mira a rileggere quei documenti con chi oggi ha vent’anni costruendo e avvicinando le protagoniste alle nostre vite quotidiane. Questo processo apre orizzonti nuovi nell’evolversi del racconto a fumetti e il prodotto finale si presta così al confronto su ciò che ci sta a cuore, può aprire il dibattito in un contesto scolastico oppure invita i singoli lettori/lettrici ad approfondire come ciascuna persona possa nel suo piccolo ritenersi parte attiva di quel progetto progetto "capace di coniugare pace,
democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza". ‘Questo progetto nasce dal nostro desiderio di riportare alla luce i contenuti del Diario di Etty Hillesum perché possano aiutare in generale i lettori ad accostarsi alla lettura degli scritti di Etty e a vivere una vita autentica, con le contraddizioni che ogni vita porta, ma non dimentichi del fatto che è un’esperienza di profonda bellezza.’

Al suo insediamento come presidente del Parlamento Europeo David Sassoli dichiarava: ‘Non siamo un incidente della Storia, ma i figli e i
nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l’antidoto a quella degenerazione nazionalista che ha avvelenato la nostra storia.’ Sassoli invitava poi ‘a recuperare lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri Fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza’.

De Gasperi, Schuman, Adenauer, Spinelli sono stati fondamentali per il processo di integrazione europea. Ma che cosa pensare allora di una
generazione di giovani ragazze europee, che in quell’epoca di guerra e macerie diedero corpo con la loro vita e i loro scritti ad un modo di intendere la ricerca interiore, la libertà, la speranza per un futuro migliore?