di Joshua Possamai

Guardo fuori dalla finestra, un cielo arancio, bellissimo, colora questa serata patavina. Ha appena piovuto, molto forte e per tutta la giornata. Il sole cala, il buio si fa spazio ed ecco che si ode un forte rumore di tuoni, vento. All’orizzonte fulmini, spettacolari, degni di un bel temporale estivo, ed effettivamente siamo ad agosto…ah no! E’ ottobre… Potremmo dire anche questa volta che è sempre stato così?
Mentre scrivo il termometro segna 15°, esattamente la metà della settimana scorsa (ho pure lasciato la giacca più pesante a Belluno, e mi
ritrovo a dovermi vestire come in primavera). Non è sempre stato così, è palesemente fuori dal normale ciò che stiamo vedendo nelle nostre regioni e nel resto del mondo. Abbiamo assistito a violente tempeste con grandinate devastanti, alluvioni che hanno distrutto interi territori e cancellato la vita e il lavoro di intere comunità. Proprio in questi giorni papa Francesco ha pubblicato la nuova lettera enciclica Laudate Deum, che integra la Laudato sì. Scrive il papa «La nostra preoccupazione [di cristiani ndr.] per il cambiamento climatico va oltre un approccio meramente ecologico», perché «la nostra cura per l’altro e la nostra cura per la terra sono intimamente legate. Il cambiamento climatico è una delle principali sfide che la società e la comunità globale devono affrontare. Gli effetti del cambiamento climatico sono subiti dalle persone più vulnerabili, sia in patria che nel mondo». Creato e creature sono assolutamente intrinsechi, non possiamo appunto
pensare ad un mondo senza di noi (se non altro per la mera praticità di trovarci immersi in questo meraviglioso e complesso sistema che costituisce la vita sulla terra in tutti i suoi aspetti). Il cambiamento climatico, e l’assenza di cura per il creato, ci riguardano direttamente sotto molteplici ed anche tragici aspetti, e dobbiamo dircelo: siamo davanti ad una tragedia in atto! Quali conseguenze ci saranno rispetto a questi cambiamenti? E’ qui che ci salta all’occhio un paradigma capace di tenere insieme fenomeni e problemi ambientali (riscaldamento globale, inquinamento, esaurimento delle risorse, deforestazione, ecc.) con questioni che normalmente non sono associate
all’agenda ecologica in senso stretto (come la vivibilità e la bellezza degli spazi urbani o il sovraffollamento dei trasporti pubblici). Questo termine è “ecologia integrale”. L’attenzione ai legami e alle relazioni consente di utilizzare l’ecologia integrale anche per leggere il rapporto con il proprio corpo, o le dinamiche sociali e istituzionali a tutti i livelli: «Se tutto è in relazione, anche lo stato di salute
delle istituzioni di una società comporta conseguenze per l’ambiente e per la qualità della vita umana»(3) Si può quindi parlare di una dimensione sociale dell’ecologia, o meglio di una vera e propria «ecologia sociale [che] è necessariamente istituzionale e raggiunge progressivamente le diverse dimensioni che vanno dal gruppo sociale primario, la famiglia, fino alla vita internazionale, passando per la comunità locale e la Nazione» (3) Spesso papa Francesco si riferisce al creato come “la nostra casa comune”, e chi non ha cura della propria abitazione? Se forse ci scordiamo di pulire il pavimento, rassettare il letto o pulire i vetri non possiamo dimenticarci della spazzatura che abbiamo in casa: sicuramente diverrà presto ingombrante, se non maleodorante, ed ecco che ci troviamo immediatamente ed in prima persona ad aver la possibilità di prenderci cura del creato, con un gesto semplice come la raccolta differenziata. Noi fucine e fucini, dobbiamo sentirci interpellati per primi a questa cura, e ad esserne testimoni in virtù di ciò che crediamo, e se non ne siamo certi riprendiamo in mano la Scrittura iniziando dalla Genesi! La proposta che viene da coloro che hanno curato la mozione “Creature di Dio nel mondo” è anche di sviluppare attività pratiche (nei tre percorsi universitario, socio politico, spirituale) proprio perché possiamo “mettere le mani” per primi in questo processo di “revisione sociale” che deve portare ad un nobile obiettivo: salvare la nostra casa comune. Dobbiamo “lasciare questo mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato”(4), ci è necessario!

Alcuni spunti per approfondire:

  • papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio), Laudato si’. Enciclica sulla cura della casa comune, San Paolo Edizioni, 2015
  • papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio), Laudate Deum, Ancora, 2023 Jean-Yves Leloup, Franca Genta Bonelli, Per un’ecologia integrale. Ecologie ed ecosofia, Lindau, 2023
  • Carlo Petrini, TerraFutura. Dialoghi con Papa Francesco sull’ecologia integrale, Slow Food, 2020
  • M. Milvia Morciano, Per una ecologia dell’uomo. Antologia di testi di Benedetto XVI, Libreria Editrice Vaticana, 2012

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[1] papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio), Laudate Deum, Ancora, 2023.

[2] papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio), Laudato si’. Enciclica sulla cura della casa
comune, San Paolo Edizioni, 2015 – n.155

[3] papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio), Laudato si’. Enciclica sulla cura della casa
comune, San Paolo Edizioni, 2015 – n.142.

[4] dall’ultimo messaggio di Baden Powell, fondatore degli scout.