VERSO L’ALTO, INSIEME!
di Clara Pomoni
CONDIRETTRICE DI «RICERCA. NUOVA SERIE DI AZIONE FUCINA», FUCINA DEL GRUPPO DI PADOVA E
LAUREATA IN PSICOLOGIA CLINICO-DINAMICA
Cari lettori, che cosa cercate in queste pagine? Essendo il primo numero che curo come condirettrice ci tengo a raccontarvi che cosa vuol dire per me «Ricerca», presentando così anche me stessa e lo spirito con cui vivo questo mandato. “Ricerca” è una parola che a me, come a tutti i fucini, è molto cara perché è un moto che ci anima, lo stile che esprime la sete di conoscenza del nostro essere Umani, nella totalità e completezza – infinita – del meraviglioso mistero che siamo. È un movimento che ha la direzione della profondità, perché la comprensione autentica si radica nella terra buona che è la nostra interiorità, luogo intimo dove custodiamo le esperienze che lasciano in noi un segno significativo, le relazioni più preziose, le conoscenze importanti per la nostra vita. È una dinamica che ci orienta a rivolgersi verso l’altro, in senso personale o sociale, perché ci interessa, non per curiosità accademica ma perché, come disse don Milani, ci «sta a cuore». Se ci mettiamo attentamente in ascolto di quello che accade nella realtà dentro e fuori di noi, infatti, possiamo fare nostra l’intuizione di sant’Ignazio di Loyola: «non il molto sapere sazia e soddisfa l’anima, ma il sentire e gustare le cose internamente».
Di cosa siamo in ricerca nella vita? Tra le aspirazioni che ci muovono, ci sono la felicità, il successo, la piena realizzazione di noi stessi… che cristianamente sono il desiderio di incontro con Dio. Noi fucini ci siamo definiti nella scorsa estate a Camaldoli “cercatori di Dio”, perché abbiamo riconosciuto che ciò che ci accomuna e ci porta a fare federazione è l’intenzione di camminare insieme considerando la fede una dimensione di ricerca esistenziale. Interrogandoci sulle questioni del mondo e attraversando la molteplicità dei modelli culturali e antropologici, ci accorgiamo che il cristianesimo è il miglior cammino di umanizzazione che abbiamo.
La vera conoscenza, che genera cultura e coltiva l’umanità, è frutto del cuore: chi sa ascoltare la voce dello Spirito impara ad ospitarla in sé e quindi lasciandosi abitare stabilmente da essa può parlare apertamente e testimoniare con forza il Vangelo, vederne con intelligenza l’attualizzazione nelle sfide che la contemporaneità pone alla nostra società.
«Ricerca» è incarnare il dinamismo di andare verso l’alt(r)o percorrendo le strade di tutte le nostre città e facoltà, perché studiando acquisiamo strumenti per metterci a servizio di tutti. Servire è una cosa seria! Richiede che la buona volontà sia sostenuta da competenze, che l’impegno si attui con costanza e progettualità, qualunque sia il campo in cui scegliamo di spendere la nostra vita – in cui siamo chiamati a spenderci –. Perché «Ricerca» è anche una risposta a una chiamata, l’anelito a inseguire ciò che ci attrae, illuminati dalla speranza che ci aiuta a vedere oltre quel che già c’è, a intuire la spiga dentro il seme. E tutto questo è ciò che ci auguriamo di imparare a vivere e ciò che vogliamo fare attraverso questa rivista, vivendo «Ricerca» come uno spazio in cui compiere insieme questo cammino.
Su queste pagine annunciamo con gioia un altro nuovo inizio, quello del cammino che condivideremo con don Roberto Regoli, che ha accolto il mandato della Conferenza Episcopale Italiana ad accompagnare la FUCI per i prossimi tre anni. Gli auguro di accompagnarci a crescere in saggezza per conoscenza ed esperienze, ma soprattutto in sapienza, ricchi di questo dono dello Spirito che è, con le parole di papa Francesco: «vedere con gli occhi di Dio, sentire con le orecchie di Dio, amare con il cuore di Dio, giudicare le cose con il giudizio di Dio»¹.
Per questo numero in redazione abbiamo scelto di tenere come parola chiave il “cambiamento”, che gli articolisti declinano nelle riflessioni proposte da diverse angolazioni, tratteggiando con diverse sfumature la realtà poliedrica a seconda degli interessi e sensibilità di ciascuno. Consapevoli che, come disse papa Francesco, «oggi non viviamo un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento di epoca»², riteniamo questa categoria particolarmente adatta a descrivere il periodo storico in cui siamo situati. La flessibilità che tanto si sta diffondendo come atteggiamento predominante, da una parte alleggerisce, semplifica, velocizza tanti processi; dall’altra incalza, svaluta, fintanto opprime chi si sente pressato da un ritmo frenetico, che si fa spazio nella destrutturazione delle giornate, scandite di attività e allo stesso tempo fluide. Verso dove corriamo? Per cosa ci agitiamo? Quale fine vale così tanto da lasciare che prenda il nostro cuore e lo pervada, inquietandolo? La quasi onnipresente convivenza della dimensione online e offline sta straformando la nostra percezione del tempo e dello spazio, le nostre modalità relazionali, lavorative, sociali, familiari. Da fucini non possiamo non tenere uno sguardo attento a questi cambiamenti tanto radicali per ciascuna persona e per la comunità umana, sebbene non sia facile leggerne con lucidità le dinamiche in atto essendone coinvolti in prima persona.
Sarà sicuramente interessante seguirne l’evoluzione, ricordandoci che abbiamo la responsabilità di essere critici rispetto ai cambiamenti in corso e di essere voci profetiche, se necessario anche scomode, per ricordare che lo sviluppo non può procedere imperante, ma va giudicato in base al fine verso cui sospinge l’umanità e il mondo. Qui giudicare vuol dire fermarsi a osservare, ascoltare e riflettere su ciò che accade per distinguere come agire con coscienza. Infatti, per essere autentico lo sviluppo non può che essere integrale, «il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo. […] Noi non accettiamo di separare l’economico dall’umano, lo sviluppo dalla civiltà dove si inserisce. Ciò che conta per noi è l’uomo, ogni uomo, ogni gruppo d’uomini, fino a comprendere l’umanità intera»³.
Proprio al ruolo fondamentale della giustizia sociale per promuovere la pace universale, duratura e radicata è dedicato il tema dell’anno federativo 2022-23, “DiRITTI alla PACE”. Il legame tra pace e giustizia sarà qui approfondito con la riflessione di padre Cesare Sposetti SJ e poi con la testimonianza di Ravi Tissera Warnakulasooriya, che direttamente dalle Filippine ci offre uno sguardo sulla situazione attuale delle proteste civili in atto nel suo paese.
Attraverso il racconto di fucini di oggi e di ieri diamo poi voce alla FUCI che cambia, e lo dimostra nelle generazioni che si susseguono, nelle esperienze che si evolvono, nelle questioni che tematizziamo perché sentiamo più vicine, nelle scelte che vogliamo prendere per direzionare il nostro cammino di crescita futuro. Per questo già da più di un anno abbiamo intrapreso un “Percorso di ripensamento” che coinvolge tutta la Federazione, raccogliendo e alimentando quel fermento che la caratterizza, quell’essere continuamente in cambiamento perché giovane, dinamica, viva.
Accogliamo e condividiamo poi il frutto del percorso del gruppo di Caltanissetta sulla figura di Piersanti Mattarella e l’esperienza del Cineforum fucino. Invitiamo tutti i gruppi a raccogliere le loro riflessioni, che siano frutto di un incontro particolarmente significativo o del cammino di una parte dell’anno, e diffonderle anche attraverso la pubblicazione su questa rivista: la ricchezza che c’è nei nostri gruppi è così tanta che è un peccato non metterla in circolo con gli altri per moltiplicarla!
Infine, abbiamo pensato una sezione speciale in occasione del sessantesimo anniversario dall’apertura del Concilio Vaticano II, avvenuta l’11 ottobre 1962 ad opera di papa Giovanni XXIII. In questi articoli abbiamo voluto cercare di capire quali cambiamenti sono avvenuti nella FUCI del dopo Concilio intervistando coloro che hanno vissuto lo spirito di quegli anni e nelle generazioni che si sono succedute nei decenni successivi, fino a oggi. Con la consapevolezza che «è dovere
permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo»⁴, continuiamo a impegnarci per incarnare sempre più lo spirito di rinnovamento indicatoci dal Concilio, riflettendo su quanto, seppur a distanza di oltre mezzo secolo, siamo chiamati ancora a cambiare per viverlo appieno.
- Francesco, Udienza generale, Piazza San Pietro, Roma, 9 aprile 2014.
- Francesco, Incontro con i rappresentanti del V Convegno Nazionale della Chiesa Italiana, Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Firenze, 10 novembre 2015.
- Paolo VI, Populorum progressio, 14.
- Paolo VI, Gaudium et spes, 4.
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